giovedì 30 agosto 2007

I segreti della Cheese Factory...


Non ho mai visitato un caseificio, nè uno stabilimento dove producono formaggio in quantità industriali. Ma, guardando Mela Verde, ho imparato qualcosa su come viene fatto il formaggio. Ho presente quelle vasche di latte vaccino a cui si aggiungono i fermenti lattici e il caglio; e poi il latte coagulato che viene frazionato in grani da cui viene espulso il siero. So che c'è una fase di pastorizzazione, e ho ben viva davanti agli occhi l'immagine di queste enormi quantità di latte schiumoso che si apprestano a diventare formaggio. Bene, negli Stati Uniti mi è capitato di fare un tour in una fabbrica di formaggio, precisamente a Tillamock. I latticini di Tillamock sono rinomati, avevo un pezzetto di formaggio di Tillamock anche nella mia lunch box al ritorno in aereo. Devo ammettere che questo stabilimento mi ha stupito: niente vasche di latte schiumoso, niente vasche in cui viene raccolto il siero... Solo una grande vasca con una sorta di pasta in grani che viene raccolta con badili, collocata in appositi stampi, pressata, messa sotto vuoto. Tutte le forme sono rettangolari... non importa quale sarà il prodotto finale (Cheddar Cheese, Pepper Jack, formaggio all'aglio, Blue Cheese, Mozzarella Cheese): le forme sono tutte dei blocchi rettangolari. La fase successiva consiste nel tagliare questa grande "mattonella di formaggio" in blocchi più piccoli, tutti dello stesso peso. Se il blocco pesa più del dovuto non si fa altro che tagliarne una fetta, se pesa meno se ne aggiunge una o più. Gli addetti maneggiano questi blocchi e hanno a disposizione delle fette di formaggio che appiccicano dove serve affinchè il peso ottimale sia raggiunto. Sembra quasi che maneggino plastilina, l'unica cosa che a distanza differenzia questi blocchi è il colore, più o meno giallo, più o meno bianco. Ma non ho visto forme rotonde che si avvicinassero anche solo lontanamente al nostro Asiago o Grana. No, tutto rigorosamente rettangolare. E il prodotto finito è affettato (fette quadrate) o in forma di panetto di burro (rettangolare). La mia sensazione? Mi sembrava di essere in una fabbrica di sottilette. E pensavo ai caseifici di Mela Verde, quelli abbarbicati sulle verdi montagne, con le allegre mucche che pascolano vicino, con i pentoloni di latte ribollente... Comunque abbiamo comprato un panetto di formaggio all'aglio: ovviamente rettangolare, ma gustoso... se non altro ho imparato qualcosa di nuovo!

mercoledì 29 agosto 2007

Attenti all'orso....


Cosa fareste voi se, arrivati al campeggio, vi trovaste davanti questo cartello? Io ho avuto un "attimo" di difficoltà. Mi sono fermata, ho letto attentamente cosa diceva e ho pensato "Questo campeggio non fa per noi!". L'idea che un orso fosse stato avvistato proprio quel giorno, proprio in quel parco non mi piaceva. Il mio compagno di viaggio, invece, è rimasto impassibile. Cosa sarà mai? Belli gli animali selvatici! Piantiamo la tenda, nell'unica piazzola libera, la più lontana dalla strada. Ammetto di avere molte paure, ma quest'orso proprio non mi piaceva. Anche perchè, al momento in cui stavo pagando la piazzola, la custode del campeggio ha avuto la premura di fornirmi alcune indicazioni: "Questa sera, quando avrete finito di cenare, mettete tutto il cibo e l'acqua nel bagagliaio della macchina. Non so se avete letto il cartello, ma oggi è stato avvistato un orso in questo parco. (Ti pare che non l'ho letto????) E siccome non vogliamo che gli orsi sappiano che qui possono trovare cibo, vi prego di mettere tutto in macchina. Sai, ci sono anche gli animali più piccoli, che sono più "pericolosi" di quelli grandi, perchè appena sentono cibo si avvicinano (uff, anche lorooo!!!). Gli orsi non si sono mai avvicinati alle tende, ma meglio rispettare alcune precauzioni." E io che pensavo: pago o non pago? Rimaniamo o avviso il mio compagno di avventure di andarcene?? E alla fine ho pagato. Inutile dire che la mia paura è rimasta... Alla sera faccio per andare in bagno e cosa becco? Un altro cartello che dice più o meno: "Gli orsi hanno un ottimo fiuto. Vi preghiamo per questo di non tenere dentro, fuori o vicino alla vostra tenda i seguenti oggetti (puliti, nuovi o usati): cose varie da toeletta, cibo, pentolame, acqua (pure l'acqua li attira???)" e la lista continuava. Dopo di che la ranger viene alla nostra tenda e allora le chiedo: "Scusi, ma posso tenere in tenda l'acqua e il beauty case? Sa, ho letto dell'orso..." E lei "It should be ok" che tradotto vuol dì "Dovrebbe andare bene". Come dovrebbe? Sto condizionale non mi piace. La mia paura è continuata fino alla mattina. Il mio compagno di avventure, ancora impassibile, si burlava dei miei timori. Quando la notte sono andata in bagno, con la mia piletta, temevo di trovarmi davanti il Grande Orso. E pensavo: "Cavolo, il bagno è un concentrato di odori, c'è l'acqua e ci sono pure i cestini vicino. Pensa se apro la porta e dentro c'è l'orso". E poi illumino il tavolo dei vicini e noto che sopra c'è vino e rimasugli di cibo... dei geni questi!!! Sono paranoica? Beh, per fortuna l'orso non s'è visto, altrimenti non so se ce l'avrei fatta a essere qui a scrivere ora...

martedì 28 agosto 2007

Back at home...


Sono tornata a casa e credo che un pò alla volta ridarò vita al mio blog, che per un mese è rimasto inattivo! Ho già in mente qualcosa da raccontare... ad esempio, che ancora una volta sono passata davanti alle vetrine di Tiffany e che, ancora un volta, non ci sono entrata... (arrrrgghhhh!) Oppure che ho provato l'esperienza "Mamma, ho perso l'aereo". Si, ora ci rido su, ma sentirsi dire "Mi dispiace, perderà sicuramente il volo per Venezia una volta arrivata a Philadelphia. La metto sul prossimo volo disponibile: domani alla stessa ora!" Come domani? Io devo tornare a casa, non voglio stare a Philadelphia. Non c'è posto sul volo successivo in giornata? "Eh no, mi dispiace, ma avrà uno sconto in albergo, deve chiamare questo numero quando arriva a Philadelphia." Brava, e dove lo ricarico il cellulare visto che sono rimasta senza un euro e le cabine mi hanno mangiato i soldi??? Alla fine, arrivo a Philadelphia; ancora speranzosa, faccio l'ultimo tentativo per trovare un posto sul volo diretto a Francoforte... nada! L'omino al check-in, premuroso ma scorbutico come pochi, mi ha obbligato ad andare in albergo - io insistevo per rimanere in areoporto tutta la notte - assicurandomi che la compagnia aerea avrebbe pagato per me e mi ha allungato dei vouchers per mangiare. Col senno di poi forse è stata la soluzione migliore; ho anche fatto conoscenza con un ragazzo californiano che cercava di arrivare a Roma e un francese che puntava a Parigi; oltre a una coppietta che sognava la Spagna, una ragazza impanicata perchè non sapeva dove fossero le sue valigie e si augurava solo di trovarle al suo arrivo a Madrid; una coppia di signori anziani che rimpiangeva i bei tempi, quando gli aerei volavano ancora senza ritardi... L'albergo, uno dei tanti Quality Inn, non era male: piscina, palestra, wireless, colazione a buffet... Comunque mi sono sentita sollevata solo quando il mio volo è decollato da Philadelphia! E arrivata a Venezia, ho potuto "riabbracciare senza problemi" le mie valigie... quindi posso dire che dopo qualche travaglio è arrivato l'happy ending! Anyway, now I'm back!!!